Progettualità e visione teatrale
www.giacomogaraffoni.it
Mi chiamo Giacomo Garaffoni, ma se sei qui mi conosci già, e per questo tempo che mi stai dedicando ti sono profondamente grato.
Come forse saprai questi ultimi anni sono stati buoni con me, il mio lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti e ho avuto la fortuna di lavorare a grandi progetti con grandi partner. Tra cui la Biennale di Venezia, ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, il Piccolo Teatro di Milano e diversi artisti stimati in Italia e non solo. Questo percorso e queste relazioni mi hanno consentito una grande crescita personale e professionale.
Oggi ho deciso di dare una dimensione progettuale di maggior respiro al mio lavoro, che sono felice di condividere con te. Nella speranza di poterci conoscere, avviare uno scambio e magari creare un rapporto e un terreno di lavoro comune in cui forse vorrai condividere con me una parte di strada in questa grande avventura.
Questa pagina serve a darti uno scorcio rapido delle cose a cui sto lavorando, che possa anticipare un appuntamento o uno scambio più corposo che possa continuare oltre queste poche righe.
In questi mesi ho dedicato il mio lavoro e la mia vita a un nuovo testo teatrale, una grande creazione da palco, complessa e stratificata eppure diretta, emotiva e colme di commozione. Un progetto che oggi ha bisogno di sostegno e di nutrimento per crescere e affrontare la sua strada.
nuova creazione | status: testo completo (prima bozza)
Parole chiave: Tragedia contemporanea, caduta, discesa, memoria, ibrido, ibridazione della specie, ninna nanna, intelligenza artificiale, deep fake, Marilyn Monroe, la Moire, le Parche, destino, lettera d’amore, memoria.
Voglio soltanto le ossa, il mio debutto alla regia, è un progetto che ho fortemente voluto, una produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, che indaga il collasso dell’identità e la rimozione violenta del femminile dal mondo contemporaneo, attraverso la storia di Cristina Golinucci, ragazza scomparsa oltre da oltre trent’anni senza lasciare traccia alcuna. Di fronte al mistero di un’assenza così bruciante ed impenetrabile, una madre si confronta con un lutto impossibile e che una figlia che non esiste più, in un vortice commosso verso una fine troppo a lungo desiderata.
Qui tutti i materiali dello spettacolo, i contatti per la circuitazione e un video integrale.
Nella mia visione ci sono, in questo momento, altre due produzioni da palco. Figlie della stessa complessità di progetti come Voglio soltanto le ossa e La città verrà distrutta all’alba. Sono idee, frammenti e visioni che inizio a vedere e a conoscere già da oggi.
Ci sono inoltre, sul tavolo della mia officina, diverse creature più piccole, passaggi intermedi che consentono alla mia ricerca affondi vertiginosi e più verticali, oltre a una maggior contaminazione con le arti visive, a cui tengo particolarmente
Amleto
Il cuore umano
Cuori che smettono di battere.
Come un onda che sale e che scende
Un vecchio
Un adattamento profondo del grande classico shakespeariano, un testo portato da me nella lingua di un teatro che si fa centro di un mondo violento, quello dell’oggi. Un viaggio fra William T. Vollmann e il battito di un cuore umano, sempre presente e sempre al centro. Un lavoro strutturato in stretta collaborazione con alcuni dei più importanti reparti di cardiologia del mondo.
Giovanna D’arco
La piccola fiammiferaia
Il confine fra visione e follia
Il Padre
Orlean
L’adolescenza
Sentire le voci
Bruciare vivi
Culto di Antinoo
Performance – Arti visive
Un progetto in cui archeologia del mito, arti visive e performance convivono con il grande enigma dell’identità e dell’origine che accompagna il mondo contemporaneo. Un cantiere aperto in ogni città del mondo, per portare alla luce reperti del culto di Antinoo. Il perduto culto dell’amore che trasforma in divino ciò che è terreno.
Antigone
In un parcheggio, nel cuore della notte, un uomo adulto grida: Mamma.
Teatro – Performance
Una giovane Antigone trascina con sé un’automobile, portando nel nostro tempo il cadavere di Pier Paolo Pasolini, per poi seppellirlo di nuovo ogni notte. Una cicatrice sul terreno, per non perdere traccia di ciò che abbiamo colpito a morte, pur di dimenticarlo.
Ebe
Teatro – Performance
Un grande artista viene marchiato a fuoco. Osserviamo una scena fatta di manufatti che si sgretolano tra le mani dell’artista, come reliquie di un tempo andato, ormai tramutate in sabbia dallo scorrere dei secoli, o come idee che non riescono a nascere. In questo campo fuori dal tempo, una giovane creatura marchia a fuoco, con il palindromo EBE, un artista, tutti gli artisti, figli del dono e della condanna di essere sé stessi.
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